La Scuola ci appartiene: un percorso partecipato di rigenerazione di spazi scolastici

Questo post, scritto assieme al collega Marco Cau di Pares, documenta l’avanzamento da marzo 2019 a giugno 2020 dell’attività La scuola ci appartiene del progetto Scuole al centro, finanziato da Impresa Sociale Con i Bambini. Fasi precedenti del progetto sono documentate sul blog di Con i Bambini.

Il progetto Scuole al centro

Il progetto Scuole al centro, promosso dal Centro Servizi Formazione e finanziato da Impresa Sociale Con i Bambini, coinvolge undici Istituti Comprensivi della provincia di Pavia e decine di organizzazioni sociali, educative, formative e culturali.

Promuove la prevenzione dei fenomeni di dispersione e abbandono scolastici, arricchisce di contenuti e di esperienze i processi di apprendimento e sostiene il rafforzamento della comunità educante, sviluppando quattro filoni di attività:

  • la Scuola ci appartiene, per promuovere gli spazi scolastici come beni comuni;

  • la Scuola di tutti, per sostenere gli alunni più fragili e le loro famiglie;

  • la Comunità educante, per favorire il confronto e la collaborazione tra genitori, docenti e altre figure educative;

  • i Laboratori, per promuovere la collaborazione tra le scuole e le opportunità offerte dalle organizzazioni di privato sociale attive sui territori

La Scuola ci appartiene

Il filone La Scuola ci appartiene coinvolge i docenti e gli alunni delle classi coinvolte nella rigenerazione di un bene scolastico. Dal 2019 (e fino al 2021) alunni e docenti, accompagnati da due facilitatori, stanno sviluppando un progetto comune, tangibile e concreto, per la rigenerazione di uno spazio della scuola attraverso momenti di ideazione, co-progettazione, realizzazione e sperimentazione d’uso.

La messa a punto di un catalogo di idee con docenti e alunni

In due post precedenti a questo, abbiamo già raccontato le prime due fasi di lavoro:

  • nel febbraio 2019 i docenti degli undici Istituti comprensivi hanno elaborato un primo Catalogo di idee per scuola bene comune; nel corso di tre incontri laboratoriali distribuiti sul territorio e svolti a Casteggio, Pavia e Vigevano, i docenti degli Istituti coinvolti in Scuole al centro si sono confrontati nell’ambito di un laboratorio formativo e hanno messo a punto un primo catalogo di idee progettuali per rendere la scuola bene comune della comunità locale;

  • durante la primavera 2019 gli alunni delle ventidue classi coinvolte si sono confrontati su alcuni elementi (uno spazio della scuola che incuriosisce, un’attività interessante e non scontata da svolgere a scuola, un problema da risolvere o un elemento da migliorare) per redigere delle prime proposte progettuali, poi raccolte in un Catalogo di idee progettuali possibili per la scuola; il processo e gli strumenti utilizzati sono descritti più nel dettaglio a questo link.

Lo sviluppo di alcune idee progettuali con gli alunni

Nel periodo aprile-maggio 2019 abbiamo svolto un secondo ciclo di laboratori, anche in questo caso rivolti ai ragazzi dei diversi Istituti e classi coinvolte nel progetto. A partire dal Catalogo di idee progettuali possibili realizzato nel primo ciclo di laboratori, e da un’attività di esplorazione degli spazi della scuola, i ragazzi – divisi in gruppi – hanno elaborato bozze di progetti più concreti da realizzare a scuola. 

Il laboratorio si è sviluppato in tre fasi:

  • ri-condivisione in plenaria del Catalogo di idee progettuali possibili messe a punto nel primo ciclo;

  • esplorazione in piccoli gruppi di spazi scolastici da migliorare e da utilizzare per sviluppare le idee progettuali utilizzando la scheda dell’esploratore;

  • formulazione di idee progettuali più definite utilizzando un model canvas.

La ricondivisione in plenaria

Già nel primo laboratorio con i ragazzi avevamo avvertito la necessità di specificare che il lavoro assieme non era un semplice esercizio, ma l’evolversi di un progetto “vero”, concreto, da realizzare. Nella condivisione in plenaria del catalogo delle idee abbiamo ragionato con i ragazzi sulla fattibilità di alcune proposte, scartando quelle non concretamente praticabili e preparandoci a sviluppare quelle plausibili. Questo lavoro di restituzione e condivisione è servito anche a suscitare la curiosità dei docenti presenti in aula e a informarli sul progetto e le sue attività. 

La scheda dell’esploratore

L’attività di esplorazione degli spazi scolastici è stata finalizzata a individuare e a esplorare i luoghi della scuola nei quali collocare i progetti. In alcuni casi, l’esplorazione partiva da una rosa di spazi già selezionati dai docenti e dal dirigente scolastico; in altri casi, l’esplorazione è servita ad accendere l’interesse e alimentare la discussione attorno a luoghi poco conosciuti, per i quali non vi era un’aspirazione o una visione chiara. 

Una scansione della scheda dell'esploratore

Per facilitare il lavoro di esplorazione degli spazi scolastici da parte dei ragazzi, abbiamo messo a disposizione una scheda dell’esploratore: si tratta di uno strumento molto semplice che consente di indicare gli aspetti positivi di uno spazio esplorato (+) e gli aspetti critici (-).

Al termine dell’esplorazione, ciascun gruppo ha condiviso in plenaria gli elementi positivi e negativi riscontrati, che abbiamo riassunto in una serie di mappe mentali (si vedano alcuni esempi nelle foto sotto) a cui fare riferimento nelle fasi successive della progettazione.

Una foto delle mappe mentali create a partire dalle mappature degli alunni

Il  canvas

Una volta abbinati i progetti agli spazi da migliorare o rigenerare, per accompagnare lo sviluppo delle idee progettuali abbiamo poi costruito un semplice  canvas,  liberamente ispirato allo strumento sviluppato da Osterwalder e Pigneur (2010). Si tratta di una mappa che dà una visione d’insieme delle questioni da affrontare, sottoponendo al gruppo dei temi da sviluppare e mettere in relazione con l’obiettivo di favorire il confronto, il dialogo e l’ideazione.

È una guida, insomma, per discutere e approfondire contenuti a partire da una serie di spunti, ma apre anche alla possibilità di oltrepassare la cornice di senso offerta. Nel nostro caso, il canvas suggerisce un’idea progettuale esemplificativa – l’organizzazione di una festa di compleanno – e rivolge ai partecipanti delle domande: qual è l’obiettivo? Cosa mi serve per raggiungerlo? Chi posso coinvolgere? Quali sono le risorse a disposizione e quanto tempo mi occorre? Ponendo al centro dello schema le idee progettuali sviluppate durante il primo laboratorio, abbiamo invitato ciascun gruppo ad arricchirle di nuovi elementi, trasformandole in proposte progettuali. I gruppi hanno poi presentato le proposte ai compagni e ai professori, raccogliendo commenti e suggerimenti (le foto di tutti i canvas realizzati sono conservate a questo link, insieme alle foto delle mappe mentali).

Una scansione del canvas di progetto

Un’osservazione migliorativa: in future iterazioni di questo strumento, invece di fornire un unico esempio, proporremo più spunti di riflessione, in forma di domande, in ciascuna sezione del canvas, perché i ragazzi non si sentano limitati a dover imitare l’esempio ma siano liberi di aggiungere dubbi, osservazioni e risposte. 

Il confronto con i docenti e la scelta dei progetti da realizzare

Nel periodo novembre 2019 - marzo 2020 abbiamo discusso il lavoro svolto dai ragazzi con i docenti e i dirigenti delle scuole, sviluppando un percorso che ha avuto il fine di raccordare i progetti dei ragazzi con le idee degli insegnanti e gli obiettivi delle scuole.

Nel corso di una prima serie di laboratori svolti con i docenti (novembre-dicembre 2019), abbiamo analizzato e confrontato le idee progettuali messe a punto, individuando il progetto sul quale la scuola ha inteso investire.

Nel corso di una seconda serie di laboratori (febbraio - marzo 2020), i progetti individuati sono stati ulteriormente definiti.

In questa fase abbiamo personalizzato il percorso di accompagnamento in base alle esigenze del progetto scelto da ogni scuola e l’abbiamo adeguato alle diverse velocità con cui gli istituti hanno aderito all’iniziativa: i laboratori sono stati sviluppati alternando momenti di lavoro in presenza, confronti a distanza, scambi di email.

Nel momento in cui scriviamo questo resoconto, la scelta dei progetti è giunta a buon fine in tutte le scuole, la loro definizione esecutiva varia da istituto a istituto.

Questioni significative affrontate

Nello sviluppo delle progettazione con i docenti delle diverse scuole, ci siamo confrontati con alcune questioni significative, in parte non previste, che hanno arricchito l’esperienza e che hanno fatto emergere punti di attenzione da considerare:

  • in alcuni istituti, il percorso di ideazione dei progetti e di rigenerazione degli spazi ha consentito di innescare o rinnovare collaborazioni fruttuose con i comuni di riferimento, che sono intervenuti cofinanziando i progetti e partecipando alle riunioni;

    1. in diversi contesti, definire e mettere a disposizione un oggetto concreto su cui lavorare ha consentito di allargare il gruppo dei docenti interessati e coinvolti in Scuole al centro, favorendo collaborazioni inedite tra colleghi;

    2. in altri contesti, il nostro lavoro di facilitatori ci ha portato ad affiancare docenti che hanno operato in maggiore solitudine;

    3. in non poche scuole, il percorso proposto – e la messa a disposizione di un budget – hanno contribuito a rendere espliciti progetti latenti, “sogni nel cassetto”, dando il “coraggio” di fare un passo avanti e, in alcuni casi, stimolando le scuole a investire ulteriori risorse;

    4. e ancora, è capitato che siano sorte integrazioni virtuose tra il progetto maturato in Scuole al centro e altri progetti della scuola, o obiettivi e interessi dei singoli docenti.

Una foto di una attività laboratoriale

Tre cose che abbiamo imparato

Nella definizione dei progetti, l’esperienza svolta ci porta a individuare tre elementi ricorrenti in tutti i progetti:

  • tanto più il progetto scelto è condiviso dai docenti e dal dirigente, è connesso con programmi scolastici e con altri progetti della scuola, tanto maggiore saranno il suo impatto, il suo successo e l’apertura a suoi futuri sviluppi;

  • la flessibilità d’uso degli spazi è fondamentale per incoraggiare la sperimentazione e il loro utilizzo con diverse forme di insegnamento, movimentando gli spazi dell’apprendere a beneficio sia degli studenti sia dei docenti;

  • fondamentale è la cura della relazione con i docenti e i dirigenti delle scuole coinvolte nel progetto: creare e preservare un clima di ascolto reciproco, di collaborazione e supporto rende il progetto più piacevole sia per i partner sia per i facilitatori; trovando riscontri e partecipazione, insomma, tutti mettono più energia nel progetto e la collaborazione diventa più della somma dei singoli contributi. 

I progetti individuati

Degli undici istituti coinvolti, cinque svilupperanno il progetto di una biblioteca o sala di lettura; uno di una sala video. Questi usi sono sempre abbinati all’inserimento di attrezzature che consentano lo svolgimento di laboratori e attività di gruppo. Tre istituti invece lavoreranno sul giardino della scuola e allo sviluppo di laboratori e attività da svolgere all’aperto.

L’impatto di Covid-19

Il 4 marzo 2020, tutte le scuole del Paese sono state chiuse e pertanto le attività del progetto Scuole al centro presso le sedi degli istituti sono state sospese.

All’inizio del lockdown, quando ancora non si sapeva quanto sarebbe durata l’emergenza, la comunicazione e il lavoro con i docenti sono tuttavia continuati a distanza. Tra febbraio e marzo siamo entrati nella fase più operativa del progetto, le scuole hanno iniziato a definire i budget di dettaglio relativi alle attrezzature da acquistare per realizzare i progetti (ogni scuola dispone di 4.000 euro messi a disposizione del progetto, che possono essere eventualmente cofinanziati con altre risorse). Alcune scuole hanno iniziato a raccogliere e confrontare preventivi relativi agli arredi, alle attrezzature e ai servizi necessari per allestire gli spazi progettuali e per avviare le sperimentazioni d’uso.

Con l’arrivo di aprile e le ripetute proroghe alle misure di sicurezza, il progetto Scuole al centro ha subito una battuta d’arresto: gli istituti si sono trovati a gestire l’emergenza, a organizzare la didattica a distanza, e noi abbiamo scelto di fare un passo indietro, di non caricare questa fase complicata di ulteriori compiti e sollecitazioni.

In maggio, quando la situazione si è stabilizzata, abbiamo ripreso i contatti con i docenti. Attraverso tre incontri online organizzati per gruppi di scuole, suddivise per aree territoriali, abbiamo provato a offrire uno spazio per dare voce a preoccupazione, difficoltà e stanchezza, ma anche per farsi forza a vicenda ed esplorare le possibilità generate dalla situazione di incertezza.

Abbiamo anche esplicitato la possibilità, offerta dal finanziatore Impresa Sociale Con i Bambini, di destinare il budget per arredi e attrezzature per acquisti utili a fronteggiare l'emergenza (per esempio dispositivi elettronici), ma tutte le scuole hanno espresso l’intenzione di continuare a sviluppare i progetti definiti, eventualmente adattandoli alle nuove misure di distanziamento imposte dalla pandemia.

Abbiamo rilevato da parte di molti (inclusi noi stessi) un bisogno di fare chiarezza, una necessità di punti fermi,ma anche un'apertura al dialogo, alla ricerca di soluzioni da definire e adottare in maniera collettiva, al procedere per tentativi. Progettare nell’incertezza comporta una rinuncia al controllo completo sul progetto, ma autorizza anche a procedere senza sentirsi troppo vincolati da decisioni e accordi già presi, mettendo al centro la cura reciproca e del progetto (Akama et al., 2018). Come si domanda Elisabetta Dodi: in quali spazi occorre coltivare l’intelligenza collettiva che consente di esplorare strade possibili e non ancora tracciate? Abbiamo cercato, nonostante la pandemia, di preservare lo spazio creato, le relazioni intessute finora, senza chiuderci a sviluppi possibili e cambi di percorso.

Resta il fatto che, contrariamente a quanto previsto, durante la primavera 2020 non abbiamo potuto coinvolgere gli alunni nello sviluppo del percorso di progettazione, che prevedeva l’ideazione di sperimentazioni d’uso da parte dei ragazzi degli spazi rigenerati.

Inoltre, era ben presente l’idea che, con la riapertura delle scuole in autunno, avremmo dovuto affrontare diverse questioni: come verrà usato lo spazio? Quando sarà possibile tornare a usarlo “normalmente”? Come potremo coinvolgere i ragazzi nello sviluppo della progettazione e nella sperimentazione d’uso?

I due brevi paragrafi conclusivi di questo articolo provano a mettere a fuoco due questioni:

  • la fase di emergenza e post emergenza può essere un’opportunità per ripensare gli spazi scolastici?

  • quali scenari possiamo prefigurare per l’anno scolastico 2020-2021 e quali ipotesi di lavoro possiamo immaginare per coinvolgere gli alunni?

Dall’esperienza dell’emergenza, quali idee per ripensare gli spazi scolastici? 

Durante l’anno 2020, siamo stati ripetutamente costretti a mettere in discussione l’idea che abbiamo di scuola: prima con la didattica a distanza, che ha richiesto una notevole inventiva e spirito d’iniziativa da parte dei docenti per coinvolgere i ragazzi e limitare la dispersione scolastica; poi con la riconfigurazione della didattica in presenza per prevenire i contagi, con tutte le incertezze e i dubbi connessi. Al centro del dibattito sono gli spazi della didattica in continua trasformazione: dall’aula tradizionale con i banchi disposti in file, al tablet sulla scrivania o sul tavolo della cucina nelle abitazioni private, per poi tornare a scuola con i banchi distanziati e i percorsi prestabiliti in aula e nei corridoi. 

Immaginare spazi di apprendimento diversi significa però anche immaginare e sperimentare modalità di insegnamento e di approccio alla conoscenza diverse. Ragionando assieme sui beni comuni scolastici quali luogo di una costruzione collettiva del sapere, di incontro diretto e di dialogo, di relazione tra docenti, studenti e gli stessi oggetti culturali, possiamo sperimentare soluzioni ai nuovi problemi della didattica – in tempi di Covid e oltre – progettando spazi che accompagnano e rafforzano l’azione educativa. 

Una foto di una attività laboratoriale

Prossimi passi, gestendo l’incertezza

Per l’anno scolastico 2020-2021 (si tratta del terzo e ultimo anno di progetto) immaginiamo tre fasi di lavoro: il punto della situazione con i docenti, il laboratorio con i ragazzi, la sperimentazione d’uso.

Il punto della situazione con i docenti

Tra settembre e ottobre 2020 è previsto un confronto a distanza con i docenti referenti dei progetti degli 11 Istituti Comprensivi:

  • occorre rifare il punto, condividendo eventuali aggiornamenti;

  • occorre verificare la definizione dei preventivi e la finalizzazione degli ordini, sulla base di progetti definiti;

  • occorre condividere come sviluppare il coinvolgimento dei ragazzi e delle ragazze.

Il laboratorio con gli alunni

Tra ottobre e dicembre 2020 prevediamo di realizzare un laboratorio con i ragazzi. Si tratterà di riprendere con loro il filo del discorso interrotto, di coinvolgerli nella progettazione e definire insieme l’immagine coordinata degli spazi scolastici oggetto di rigenerazione, di prefigurare anche con loro ipotesi di sperimentazioni d’uso (nella primavera 2021).

Il laboratorio potrà essere sviluppato in presenza (garantendo le misure di sicurezza) o a distanza. La progettazione di questa fase verrà concordata con le scuole, tenendo conto delle evoluzioni legate al Covid-19.

La sperimentazione d’uso

Il sogno (l’auspicio), oggi, è poter realizzare nel corso della primavera 2021 sia l’inaugurazione pubblica degli spazi rigenerati, sia la loro sperimentazione d’uso.

Riferimenti

Akama Y., Pink S., Sumartojo S., Uncertainty & possibility. Bloomsbury, 2018.

Cau M. e Petrella V., Un catalogo di idee per la scuola bene comune della comunità locale. In Percorsi Con i Bambini, 24 marzo 2019.

Cau M. e Maino G., Learning Community Canvas: come facilitare il lavoro delle comunità di apprendimento. In Percorsi di Secondo Welfare, 10 maggio 2019.

Cau M. e Maino G., Learning Community Canvas. Una mappa per animare comunità di pratica. In Quaderni di Economia Sociale, giugno 2019.

Cau M. e Petrella V., Co-progettare beni comuni scolastici con i bambini. In Percorsi Con i Bambini, 24 luglio 2019.

Cau M. e Maino G. (a cura di), Progettare in partnership, Maggioli, 2017.

Klinenberg E., Costruzioni per le persone. Ledizioni, 2019.

Lorenzoni F., La scelta dei banchi rivela un’idea di scuola e di società. Internazionale, 04.08.2020. 

Maino G., Canvas: a participation device. In mainograz.com, 21 agosto 2020

Tosi L., Fare didattica in spazi flessibili. Progettare, allestire e utilizzare ambienti di apprendimento. Indire, 2019

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